8 marzo: proiezione del film In Nome di donna. Un’occasione per incontrarsi, riflettere e parlare.

DONNE E PSICOLOGIA UMANISTICA

Esiste a mio avviso una specifico della riflessione femminile e che interesse anche le studiose che si muovono nell’ambito della Psicologia Umanistica. Le donne possono contribuire ad approfondire i temi specifici dell'essere relazione, dando una particolare attenzione all’etica della reciprocità che significa fondamentalmente reciproco riconoscimento della propria specificità e differenza appunto di uomo e di donna. Un altro orientamento di ricerca è approfondire i temi della dipendenza e della cura generalmente associati alle donne, qualità psicologiche ed attitudini generalmente svalutate. Denunciare, quindi, quei presupposti delle teorie psicologiche dati per scontati e che sono limitanti non solo per le donne ma anche per gli uomini. Le donne possono contribuire a studiare il mondo sotto l’aspetto della interdipendenza, della continuità piuttosto che della separatezza. Infine penso che sia assolutamente prioritario cogliere, studiare, approfondire continuamente l’evoluzione e i cambiamenti dell’identità femminile. Teorizzare su stesse, chi altro dovrebbe pensare il femminile se non le donne stesse?  Ma questo significa anche, in un’epoca che vede al centro della ricerca psicologica, il costrutto della intersoggettività (che significa riconoscimento dell’altrui soggettività, cocostruzione di senso, ecc..) confrontarsi costantemente con l’analisi e lo studio dell’alterità maschile. L’intersoggettività, che compare tra l’altro a seguito degli studi della diade madre-bimbo, è un tema molto significativo per le donne perché azzera quella vecchia dicotomia tra passivo e attivo che appartiene alla psicoanalisi freudiana.


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